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Maria della Sila, nome d’arte di Filomena Sarica, cantante di musica folk e leggera con impostazione da mezzo soprano.

Nasce a Reggio Calabria. Sin dall’età di 7 anni comincia a cantare in pubblico.
Nelle cerimonie religiose canta l’ “Ave Maria” di Schubert .

Ancora adolescente, a metà degli anni ‘50, intraprende l’attività di cantante chiamata dal noto suo concittadino Oreste Lionello.
Partecipa a molti spettacoli svoltisi al Teatro Comunale “Francesco Cilea” di R.C.
Successivamente partecipa al concorso “Voci nuove” indetto dalla RAI, superando la prova.

Per mantenersi gli studi si trasferisce a Novi Ligure, dove comincia a studiare canto – da soprano – presso la contessa Emma Carla Bertazzoli, con il m° Tino Traversi, parente della cantante Anita Traversi di Radio Monteceneri.
Partecipa a molti spettacoli, tra gli altri al telequiz svolto sotto la regia di Mike Buongiorno al “Teatro Italia” di Novi.
E’ presente inoltre agli spettacoli di Vignole Borbera, Pozzolo Formigaro, all’ “Avagello d’Orbo” di Castelletto e Genova.
Si esibisce insieme ad altri artisti – Tonina Torrielli, Jolanda Rossin, Walter Marcheselli, collezionando un ‘microfono d’argento’, diplomi, alcune medaglie d’oro e d’argento.
Poi, motivi di famiglia, la riportano a Reggio agli inizi degli anni ’60.

L’opportunità di tornare all’attività artistica le viene offerta dal “Buttafuori” dell’ ENAL che le permette di incidere i primi dischi.
Stipula un contratto che la lega alla casa discografica della “Vis-Radio”.
Lascia così il nome d’arte Meri Sari e assume quello di Mary Sarica.
Incide canzoni, primariamente folk, con il complesso “Calabresella” diretto dal poeta reggino Ciccio Errigo e, accompagnato dal fisarmonicista Ninì Labate e dall’altro cantante del gruppo Santi Germanò.
“L’urtima Calabresella” – “Calabresella twist” – “’A tarantella ru pisci spata” – “I scostumati” - “Souvenir di Calabria” – “Tra ‘na parma e ‘na rosa nc’è ‘na gioia!” - sono le prime incisioni.
Partecipa a spettacoli in costume calabrese, quale la “Festa de Noantri” (20-28 luglio 1963) a Roma, conclusasi con la tradizionale tarantella calabrese.

1965
Il 25 luglio sfoggiando scintillanti vestiti calabresi canta, in una serata musicale, al “Circolo Culturale del Sud”, la versione della romanza “Due croci sulla Sila” scritta dal dottor Giuseppe Marino e musicata dal poeta Antonio De Marco, calabresi.
Da quell’occasione la casa discografica Vis-Radio decide di cambiarle il nome artistico in Maria della Sila.

Invitata come ospite al “Premio Amantea”, 2.a rassegna del film meridionale, le viene offerta la “Ninfa Nepetea” (22 agosto 1965) con la seguente motivazione: “Per le sue doti vocali, interpretative, sceniche con le quali ha diffuso con prestigio la canzone meridionale”.
Ha cantato due motivi del prof. Antonio De Marco: “Calabria mia” e “Eclissi di sole”.
La serata conclusiva è stata allietata da suoi concittadini: il complesso “Beniamino Reitano and his Brothers” reduce dall’Olanda, dal giovane Pino Zappia con due canzoni dello stesso De Marco, “Partita blu” e “Correre” dedicata a tutti i poliomielitici come lui, inoltre dalla cinesina Elisabeth Wu, il m° Giovanni Fenati con la moglie, la cantante Germana Caroli, e ancora, da Miriam Del Mare.

Terminando il rapporto con la Vis-Radio (nel cui cast figuravano anche Antonio Prieto, Mario Abbate, Angelo Battiato, Marisa Borroni,Nunzio Gallo, Gianni Lacommare, Georgia Moll, Maria Paris, Peppino Principe, Claudio Villa e altri), inizia il lavoro con la casa fonografica “Fata Morgana” che proponeva di valorizzare e far conoscere interpreti e musiche di Calabria, fondata dal dottor Marino e diretta dal m° Eros Sciorilli.
Con la nuova etichetta vengono incisi “Due croci sulla Sila “, “Calabria mia”, canzone che all’inizio degli anni ’70 sarà poi rielaborata in chiave moderna dal cantante reggino Mino Reitano, portandola alla giusta attenzione di un più vasto pubblico.
Altre incisioni sono “Sta chiuvendu “ e “Filumena”.

Ottima recensione viene effettuata sul miglior periodico musicale “Musica e dischi” nell’edizione n.231 del 15 settembre.
Il 30 ottobre partecipa, come ospite d’onore in rappresentanza della Calabria, alla IX edizione del Festival della Canzone Italiana in Svizzera nel Palazzo dei Congressi di Zurigo.
Canta “Due croci sulla Sila”, una ballata in chiave moderna di una patetica vicenda, accaduta realmente due anni prima, di un giovane calabrese emigrato in Belgio e morto proprio nel momento in cui rientra in patria essendosi ammalato di nostalgia e contemporaneamente cessa di vivere anche la madre sopraffatta dalla forte emozione.
Per inciso, il Festival viene vinto da Anna Identici con “Un bene grande così”. Tra i vari partecipanti, Mario Abbate, Emanuela Tinti, Franco Ragona, Milena, Joe Fedeli, Anna Marchetti, Michele Accidenti, Le Amiche, Don Miko, Roberta Mazzoni, Remo Germani, Robertino, Nunzio Gallo e ospite d’onore Jimmy Fontana che sostituisce all’ultimo momento Rita Pavone infortunata.
La trasmissione viene radiotrasmessa sul 2° programma radiofonico e mentre tutte le televisioni europee si collegano in diretta, la TV italiana trasmette la manifestazione in forma registrata solo il 20 novembre alle ore 22.00 sul secondo canale.

1966
Quell’apparizione e il conseguente successo le apre la via ad una intensa tournée che la porterà in giro per l’Italia. E’ toccante il ritorno in Piemonte: a Novi Ligure tra gli operai dell’ ‘Italsider’, al Teatro Italia sempre di Novi dove erano riuniti alpini del Piemonte Liguria e Lombardia e intona ‘Vecchia caserma’ promettendo di farne un disco.

Il 22 febbraio è al ‘Faro’ di Torino. Vengono cantate le 16 canzoni vincitrici degli ultimi festival di Sanremo. Sotto la direzione del m° Piero Pasero canta “Dio come ti amo!”.
E’ la madrina del 1° festival Nazionale della Festa della Mamma.
Il 31 luglio anche “Sorrisi e Canzoni TV” le dedica un’ altra recensione.
Fa seguito anche il periodico dei giovani “NAT” con una lunga intervista.

1967
Nel gennaio il periodico “TABU’” la definisce la cantante della ‘canzone di mala’ perché in quel periodo incide la storia del bandito -‘brigante nobile’ - Francesco Acciardi di Aprigliano della Sila.
Anche questa incisione nasce dalla vera storia del famoso bandito calabrese graziato dal Capo dello Stato, poi narrato nel romanzo di Giuseppe Berto e dalla riduzione teatrale interpretata dall’attore Gino Buzzanza nel ruolo del brigante.

Il 13 maggio ancora madrina al II^ festival Nazionale della festa della Mamma, ampliato al festival del ‘Quadro, della musica e della poesia della mamma’, a Bagnara Calabra. In questa manifestazione viene conferito un riconoscimento d’onore a Paolo Pecora Oscar Mondiale delle Invenzioni. Parteciparono anche il cantautore calabrese Cecè Manti, la soubrette di Franco e Ingrassia, Rosy Madia e il presentatore Rai TV di Palermo Luciano Gabrielli.
Quest’ultimo negli anni successivi cura i contatti di Maria della Sila per gli spettacoli in Sicilia.
Il festival fu anche il lancio di un gruppo di musicisti, “I Leocinini” , i più piccoli orchestrali del mondo
che accompagnano la cantante durante quel festival.

1968
Il 12 maggio “Sorrisi e Canzoni TV” annuncia l’uscita di un nuovo 45 giri della Vis-Radio con le canzoni “Paese abbandonato”,con tema ancora folkloristico e “Metti la vela”, un testo ironico su una versione musicale e moderna della famosissima “Vitti ‘na crozza”.
Inizia un giro di promozione che si accentra al Sud per permettere alla cantante di stare vicina ai genitori gravemente ammalati.

Ad assisterla musicalmente si affianca un giovane musicista reggino, Pino Scordino, che con il suo gruppo, “I Ciclopi” prima e i “Mocambo” poi, la sostiene nella preparazione musicale.
Grande spettacolo il 3 luglio 1968 alla festa del patrono di Maropati, in Calabria, dove al trionfo di Maria della Sila si accompagna l’entusiasmo per l’esibizione di Aurelio Fierro in “La risata”.
Altra manifestazione musicale di successo è il 13 agosto 1968 a Seminara sotto la direzione artistica del m° Fenati, con madrina Germana Caroli, e con il presentatore Corrado. Maria della Sila, fuori concorso, canta “Se potessi” altra canzone del prof. De Marco.

1969
A Mammola (RC) si svolge oltre alla “Mammoletta d’oro”, anche il “IV Festival Nazionale del Quadro, della Poesia e della Canzone della Mamma” presentata dall’attore della Vis-Radio Mimmo Raffa. Maria della Sila canta la canzone vincitrice “O mamma mia” di Concina-Tortorella.
Canta piangendo perché il giorno prima le era morta la mamma. Le viene assegnato il premio “Tre fontane” (una artistica sveglietta d’argento con una rosa di seta in elegante confezione). Gli organizzatori le offrono in premio una foglia d’oro e un fascio di rose rosse.
Sei mesi dopo verrà a mancare anche il padre. Rimane nel Sud per gli impegni estivi.

Il 6 luglio a Maropati si esibisce, con il complesso “I Ciclopi” del m° Scordino, in canzoni note, come “Non credere”, “Primo amore”, “Zingara”, “Le montagne”, “ L’altalena”, “Lui, lui, Lui”, “Sorriso”, “’O sole mio” e alla nuova incisione “Per questo amore” di Antonio De Marco.
Mentre il cantante del complesso “I Ciclopi”, Pino Ripepi, canta “Non sei mai stata mia” del m° Pino Scordino.

Purtroppo, va detto, che anche per Maria vale il detto “nemo propheta in patria”.
A settembre firma un contratto per uno spettacolo in un paese vicino a casa, Condofuri. Non accettando altri impegni siciliani per rispettare il contratto, le viene comunicato dal comitato dei festeggiamenti di sentirsi libera dall’impegno, senza motivo apparente.
Dovette rivolgersi ad un legale per ottenere il sequestro preventivo della somma pattuita. Fu sostituita da Claudio Lippi.

Brutta avventura fu il viaggio per una manifestazione a Lampedusa in settembre. Lampedusa, piccola isola, meravigliosa, fantastica, riposante e accogliente. Cinquemila abitanti, cinquemila amici che hanno accolto Maria, il complesso “Mocambo”, Rosy Madia e Luciano Gabrielli con il loro calore semplice ma affettuoso.
Un solo neo: il viaggio di ritorno effettuato su una motonave che sicuramente non fu in grado di affrontare il mare forza sette. La nave subito si trasforma in ospedale. Si rimette anche l’anima da mezzogiorno del 24 settembre fino all’arrivo alle due di notte del giovedì 25.
Giunti a Porto Empedocle venne a conoscenza che il dottor Tassoni della Rai-TV l’attende a Cosenza. Nonostante il cattivo stato fisico, il giorno dopo raggiunge la sede della Rai regionale. Viene invitata a raggiungere Camigliatello Silano dove, la regista della televisione, Rosalia Polizzi, sta girando alcune scene per il documentario TV “Controfatica”. Alle due di notte, dal caldo di Lampedusa, al freddo della Sila, canta “Sta chiuvendu” un nuovo motivo di De Marco, con grandi complimenti della regista e dei tecnici della TV.
Per questa esibizione riceve attestati da personaggi come il poeta Alfonso Gatto con la moglie la pittrice Graziana Pentich, il pittore Virgilio Guidi, che la riceve a “Il Traghetto” di Venezia.

L’anno si conclude con l’invito a partecipare al premio “Tempio d’oro di Agrigento”.
Nella Valle dei Templi l’incasso della manifestazione viene devoluto per i bambini terremotati dell’Agrigentino. Tra i premiati per la canzone oltre Maria ci sono Vanna Brosio, Orietta Berti e Mal; per il cinema Alida Valli, Amedeo Nazzari, Antonella Lualdi, Franco Interlenghi e Ciccio Ingrassia; per la prosa Paola Pitagora e Warner Bentivegna; per il teatro-rivista Carlo Dapporto e Sandra Mondani; per le presentatrici televisive Luisa Rivelli e Emma Danieli; per la moda Angelo Litrico, Clara Centinaro e Nando Melchiorri; per la letteratura e pittura Anna Salvatore; altri premiati Lidia Alfonsi, Vittorio Manipoli, Gabriella Pallotta, Nino Castelnuovo, Lorella De Luca, Luciano Salce, Duccio Tessari

Il 28 dicembre viene mandato in onda su radio regione una recente intervista su un programma “Il microfono è nostro”.

1970
L’anno si riapre, tra l’altro, con una ulteriore partecipazione ad Agrigento per la “Sagra del Mandorlo in fiore” con il XVII festival Internazionale del Folklore. Presso l’albergo cittadino ha luogo il “ballo” di chiusura con ospiti d’onore le cantanti Tille Price, Rosy Madia e a concludere Maria della Sila.

Il 15 aprile a Roma c’è la IV edizione della “BRUTIUM - Festa dei Calabresi del Mondo”.
Maria della Sila canta “Calabresella” accompagnata da un coro e dopo, sul piazzale del Colosseo in costume della sua regione, canta la sua incisione “Calabria mia”, seguita da “Sta chiuvendu” e dall’ “Inno dei calabresi” accompagnata al piano dal prof. Carlo Esposito della RAI-TV.

In quell’occasione avviene l’incontro con il comm. Pasquale Caligiuri, delegato del Brutium per l’Argentina, fondatore del Centro Calabrese a Buenos Aires, capo redattore del settimanale “Eco dei Calabresi” e dalle trasmissioni radio “La Voce di Calabria” e “L’Italia e le sue regioni”.
Da questo incontro nasce l’idea di organizzare in Argentina il “V° Festival Internazionale del Quadro, della Poesia e della Canzone della Mamma”.
Il 1° premio per la pittura viene assegnato al pittore Carmelo Caruso per l’opera “Cuore di mamma”, per la poesia alla poetessa Welma Sorrentino, per la migliore canzone della mamma al m° Pino Scordino per “Mamma, cento mamme”, una dolce melodia tessuta sul sentimento con testo di Antonio De Marco e cantato con molta delicatezza da Maria della Sila.
Da alcuni anni le esperienze artistiche le narra su un periodico reggino, “La Scopa del Sud”. Giornale diretto dal pubblicista Antonio De Marco e con capo redattore Pino Scordino, impegnato a combattere alcune sopraffazioni locali.

Ad ottobre arriva una decisiva svolta.
A Reggio da luglio il popolo si ribella alla decisione governativa di trasferire il capoluogo di regione a Catanzaro. Iniziano barricate, rivolte, cariche della polizia. La città è blindata. A Maria viene richiesto di prestare la sua voce ad un disco il cui ricavato sarebbe stato devoluto agli orfani di Angelo Campanella, Bruno Labate e del brigadiere PS Vincenzo Curigliano.
Sul retro del disco una poesia di Antonio De Marco: “La mia terra” recitata da Guido Malvaso con sottofondo, solo musicale, di “Calabria mia”.
Per l’occasione cambia nome in SCILLA. Il disco inno è “Reggio Sì” con il testo di Antonio De Marco, del prof. G. Vadalà D’Alessandro, e con l’adattamento musicale del m° Pino Scordino.
Si fonda anche una nuova etichetta l’ “Ausonia” con l’intenzione di incidere un long-play per le ultime canzoni da immettere sul mercato discografico.
“Musica e dischi” ne annuncia i titoli: “Amico, amico mio”, “Attenti: non è libertà”, “Non è l’amore…che se ne va”, “Per questo amore”, “Una notte a Scilla”, “Una sola sigaretta”, “Vecchia caserma”, e “Vestaglia rossa” .
Questi brani si registrano a Reggio, durante la notte e con le lacrime agli occhi per via dei fumi delle bombe lacrimogene lanciate per disperdere i manifestanti.
La ‘questura’, ritiene che alcuni di questi motivi possono dare ulteriori incentivi alla rivoluzione. Sequestra tutta la registrazione, ancora su bobine. Si salva solo una copia che inviata in Argentina,viene trasmessa nella trasmissione “La voce di Calabria”.

E’ il momento, per Maria, di riflette sui veri valori della vita. Viene a contatto con i ‘ Testimoni di Geova” tramite la moglie di un suo fratello ed inizia a frequentare le loro riunioni rimanendone assorbita. Condivide questi principi con il m° Scordino con il quale è legata sentimentalmente.

Ad agosto del 1972 si sposa, con il rito dei testimoni di Geova, trasferendosi a Milano.
I giornalisti vengono tenuti lontani. Il giorno successivo il ‘Gattezzino Calabrese’ annuncia l’avvenuta cerimonia. Successivamente la cronaca riporta l’avvenimento. Il poeta, il prof. De Marco, dedica una poesia inserendola in un suo libro, “Mia di neve”.

Attualmente risiede in Lombardia insieme al marito, al figlio Dino, la nuora Giovanna e la nipotina Naomi.
 
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